Riflessioni teologiche – 52. Cristianesimo ecumenico e pratiche di comunione (parte 13: PARABOLE PER GESTIRE I CONFLITTI: LA SCELTA DELLA BIBLIOTECARIA)
Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio
di Alberto Ganzerli
Osare un cristianesimo radicalmente ecumenico, dinamicamente inserito nel processo di riconfigurazione in forma sinodale intrapreso da chiese e comunità cattoliche su impulso di papa Francesco, richiede un rinnovato impegno nel praticare forme di comunione ecclesiale capaci di ampliare la varietà di coloro che potrebbero essere raggiunti o accolti o attivamente coinvolti. Nell’intraprendere questo percorso di ricerca teologica, di esperienza vissuta e di pratiche di sperimentazione ecclesiale potrebbero essere di aiuto diversi approcci teorico-pratici provenienti da alcune fonti di ispirazione: elementi ricavabili dall’esperienza vissuta nelle famiglie, riflessioni sulle comunità di pratica, metodologie per l’ascolto attivo e la gestione dei conflitti, approcci filosofici della teoria dell’attore-rete (ANT) e dell’ontologia orientata agli oggetti (OOO), suggestioni collegate alla nozione di terzo paesaggio e possibili applicazioni di questi approcci alla teologia e alla pratica ecclesiale (parte 13: PARABOLE PER GESTIRE I CONFLITTI: LA SCELTA DELLA BIBLIOTECARIA)
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Tra quelle richiamate da Marianella Sclavi, un’altra parabola applicabile ai contesti ecclesiali – proveniente questa volta dalle esperienze statunitensi della seconda metà del Novecento nella gestione alternativa dei conflitti – è il racconto della bibliotecaria alla quale due persone rivolgono richieste opposte: tenere la finestra della sala di lettura aperta, per avere più ossigeno, o chiusa, per evitare pericolose correnti d’aria. Posta davanti all’apparente necessità di compiere una scelta tra queste due alternative, la bibliotecaria – da vera esperta nella gestione creativa dei conflitti – compie invece una scelta diversa: quella di prendersi il tempo, prima di scegliere cosa fare, di ascoltare attivamente e indagare interessi e motivazioni di entrambe le persone, riconoscendone la legittimità. Suo obiettivo diventa – anziché la scelta tra le posizioni contrapposte inizialmente rappresentate da ciascuna – una soluzione creativa e inedita che riconosca, recepisca e corrisponda a interessi e motivazioni di entrambe. La bibliotecaria sceglie infine – in modo saggio, intelligente, creativo ed efficace – di aprire la finestra in una sala adiacente, per avere più ossigeno nella prima sala e nello stesso tempo evitare pericolose correnti d’aria. Il racconto invita quindi a superare quella forma di contrapposizione che, concentrando l’oggetto del conflitto in una alternativa rigida (finestra aperta o chiusa in questa sala), conduce le persone a schierarsi l’una contro l’altra, lasciando – come unico esito possibile di questo scontro tra posizioni – una vincitrice e una perdente.
Nel caso dei potenziali conflitti tra teisti e non teisti in una medesima comunità ecclesiale, le scelte contrapposte potrebbero essere, rispettivamente, quella di escludere dalla comunione e dalla comunità ecclesiale – tramite la condanna e la scomunica – chi non si riconosce in una interpretazione teistica del cristianesimo oppure, al contrario, quella di considerare irrilevanti le interpretazioni del cristianesimo, teistiche o non teistiche che siano, per accogliere e includere in modo indiscriminato nella comunione e comunità ecclesiale chiunque lo chieda, senza porre alcun tipo di condizione. Come uscire da questa alternativa in ambito ecclesiale, riuscendo a smontare questo approccio basato sulla contrapposizione, per arrivare a una diversa dinamica delle relazioni e delle scelte comunitarie? La contrapposizione frontale non sarebbe evitabile neppure con l’introduzione di modalità di partecipazione democratica basate sulla votazione a maggioranza, perché anche queste determinerebbero comunque una maggioranza vincitrice che prevale su una minoranza perdente. Si potrebbe invece, come suggerisce il racconto della bibliotecaria, procedere attraverso un triplice passaggio; primo: ammettere come possibile che la soluzione del conflitto non si trovi necessariamente in una delle due alternative concrete che i contendenti hanno immaginato inizialmente (condanna e scomunica o accoglienza incondizionata); secondo: ascoltare attivamente le motivazioni, i bisogni, i desideri, le esigenze e gli interessi, che davvero muovono e ispirano i soggetti coinvolti nel conflitto; terzo: collocare al centro del confronto e alla base della ricerca di soluzioni creative non le opzioni alternative iniziali ma proprio le motivazioni e gli interessi dei soggetti coinvolti nel conflitto.
Potrebbero in questo modo essere esplicitamente dichiarati, ad esempio, l’interesse e la preoccupazione dei cristiani teisti per la salvaguardia della verità e dell’integrità del patrimonio di fede ereditato dalla tradizione, insieme al bisogno di riconoscersi in una identità cristiana chiaramente delineata e in pratiche comunitarie riconoscibili e condivise da tutti componenti della comunità. Allo stesso modo, i cristiani non teisti potrebbero esplicitare il loro desiderio di appartenere e partecipare a pieno titolo alla comunità ecclesiale – dalla quale spesso, peraltro, provengono – insieme all’esigenza di poter comprendere, interpretare e vivere il patrimonio di fede della tradizione cristiana in forme per loro accettabili in coscienza sul piano di una personale adesione intellettuale ed etica. Si tratterebbe a questo punto di ricercare soluzioni creative in grado di tenere conto di queste esigenze diverse, evitando scomuniche e accoglienze indiscriminate. Per muoverci in questa direzione – da approfondire ulteriormente – ci limitiamo per il momento a richiamare un paio di elementi che potrebbero essere di aiuto, tra quelli presentati nelle precedenti riflessioni teologiche: la reciproca tolleranza dell’errore dell’altro e l’intenzione sincera di cogliere la realtà della fede al di là dell’esattezza del proprio modo di pensarla e al di là della formulazione dei suoi contenuti.
Riferimenti:
Stella Morra – Marianella Sclavi, Sinodalità: Quali pratiche?
Audio-video su YouTube pubblicato il 17 maggio 2022
Si può trovare su YouTube cercando: sinodalità sclavi.
Marianella Sclavi – Lawrence E. Susskind, Confronto creativo. Dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati. Con una conversazione tra Marianella Sclavi e Giuliano Amato, Et al. Edizioni, Milano 2011.
Questo titolo è disponibile anche in una nuova versione ebook Kindle del 2021 con il titolo: Manuale di Confronto Creativo. Le Arti della Comunicazione, della Convivenza e della Democrazia nel XXI secolo
Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Bruno Mondadori, Milano 2003.
Le sette regole dell’ascolto attivo si possono trovare sul sito di Marianella Sclavi: www.ascoltoattivo.net
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