Riflessioni teologiche – 90. Intermezzo: il caso di Thomas L. Brodie tra libertà di parola e silenzio imposto

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

Per il nostro intermezzo teologico, collegato al dibattito sulla non-esistenza storica di Gesù, può essere utile soffermarci sul procedimento disciplinare interno all’Ordine domenicano seguito alla pubblicazione del volume di Thomas L. Brodie, nel quale l’autore si dichiara convinto che Gesù non sia esistito storicamente. Il procedimento concluso nel 2014 arriva a ritenere il libro “imprudente e pericoloso” e a imporre il silenzio al suo autore. Si tratta di un provvedimento che non giunge a chiedere una ritrattazione pubblica da parte dell’autore e che non si pronuncia formalmente in termini di condanna dottrinale, consentendo nello stesso tempo all’Ordine di sottrarre un confratello a possibili e probabili provvedimenti più pesanti da parte della Congregazione della Dottrina della Fede. Ciò non toglie, comunque, che l’imposizione del silenzio a un biblista e teologo risulti oggi un provvedimento ecclesiastico anacronistico, inefficace, dannoso e controproducente, a quale si dovrebbero cercare alternative praticabili e migliori.


Su YouTube l’audio-video si trova cercando
riflessioni teologiche 90

Per il nostro intermezzo teologico, collegato al dibattito sulla non-esistenza storica di Gesù, può essere utile soffermarci sulla reazione in ambito ecclesiale alla pubblicazione del volume di Thomas L. Brodie, una vicenda che ripercorriamo nelle sue tappe fondamentali. A settembre 2012 esce – pubblicato da una casa editrice britannica specializzata a livello accademico in testi di ricerca su argomenti biblici – il volume intitolato Oltre la ricerca sul Gesù storico. Autobiografia di una scoperta, del biblista domenicano irlandese Thomas L. Brodie. In questo libro l’autore sostiene di essere giunto, già negli anni 70 del secolo scorso e sulla base dei propri studi biblici, alla convinzione che Gesù non sia esistito storicamente e ritiene giunto il momento di dichiararlo – più chiaramente di quanto lasciato intendere in pubblicazioni precedenti – precisamente in questo volume. Due mesi dopo, a novembre 2012, il Priore della provincia irlandese dell’Ordine domenicano, ritenendo che il libro di Brodie sia in grave contrasto con i contenuti della Tradizione cristiana avvia nei confronti dell’autore un procedimento interno all’Ordine stesso, sulla base delle norme previste per gestire le controversie sorte per pronunciamenti pubblici degli appartenenti all’Ordine. Lo stesso Priore stabilisce inoltre che, durante lo svolgimento del procedimento, Thomas Brodie debba astenersi da ogni ministero, insegnamento, pubblicazione e contatto con i mezzi di comunicazione. Le conclusioni della commissione incaricata dal Priore di esaminarlo dichiarano che il libro di Brodie è da ritenere “imprudente e pericoloso”, una formulazione tratta dalle norme dell’Ordine, ma tale giudizio rimane per il momento riservato, in attesa della conclusione definitiva del procedimento. A maggio 2013, su richiesta dello stesso Brodie, il procedimento viene trasferito al livello più alto dell’Ordine dove il Maestro, cioè il superiore generale dei frati domenicani di tutto il mondo, ad agosto 2013 incarica della valutazione del libro di Brodie un nuovo gruppo di esperti. Nel frattempo, a luglio 2013 vengono pubblicati sulla rivista teologica della provincia domenicana irlandese Doctrine & Life alcuni articoli di studiosi di fama internazionale che criticano e contestano i contenuti del libro di Brodie. Dopo lo scambio di comunicazioni scritte e un incontro che si svolge a febbraio 2014 tra Brodie e i componenti di questa seconda commissione, vengono sostanzialmente confermati sia la valutazione della prima commissione che i provvedimenti adottati dal Priore della provincia irlandese. In una lettera del marzo 2014 il Maestro dell’Ordine domenicano concorda con le valutazioni della commissione e stabilisce di mantenere le sanzioni inizialmente imposte a Brodie, cioè la sospensione da ogni ministero, insegnamento, pubblicazione e contatto con i mezzi di comunicazione. Il pronunciamento ufficiale, pubblicato sul numero di maggio-giugno 2014 della rivista Doctrine & Life riporta i vari passaggi del procedimento e si conclude con queste parole: «Nonostante le restrizioni che gli sono state imposte, Tom Brodie rimane un fratello (domenicano) della Provincia d’Irlanda e la Provincia continua a prendersi cura di lui e a provvedere a lui. Dal punto di vista dell’Ordine (domenicano), il caso è chiuso».

Nonostante l’Ordine domenicano abbia dichiarato formalmente chiuso il caso Brodie e nonostante Thomas Brodie, a quanto pare, abbia rispettato la consegna del silenzio che gli è stata imposta, i temi sollevati da lui, come anche da altri, non possono considerarsi archiviati con la conclusione del procedimento interno all’Ordine domenicano. Ai fini del nostro intermezzo teologico, collegato al dibattito sulla non-esistenza storica di Gesù, si possono fare un paio di osservazioni. Una prima osservazione riguarda il contesto ecclesiale e la collocazione temporale del caso Brodie: caso Brodie che inizia esattamente negli ultimi mesi del pontificato di Ratzinger, il quale annuncia le sue dimissioni a febbraio 2013; caso Brodie che si conclude mentre il pontificato di Francesco sta muovendo i primi passi, in una curia romana ovviamente ereditata dai predecessori. Se si pensa ai provvedimenti sostanzialmente repressivi che praticamente tutti i tentativi teologici innovativi hanno dovuto subire per circa 35 anni da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto i pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, la gestione del caso Brodie da parte dell’Ordine domenicano potrebbe forse essere interpretata addirittura come un intervento preventivo per evitare a un confratello procedimenti e sanzioni più severe. In effetti quello che di importante Brodie riteneva di avere da dire e da scrivere lo ha detto e scritto e – non essendovi più un Indice dei libri proibiti e tanto meno roghi di questi stessi libri – il suo libro rimane a disposizione di chiunque intenda leggerlo. A quanto pare, inoltre, gli è stato imposto il silenzio ma non un’abiura o ritrattazione delle proprie convinzioni. La stessa formulazione con la quale si ritiene “imprudente e pericoloso” il contenuto del libro e si impone il silenzio al suo autore, non dichiara espressamente erroneo o falso o eretico il contenuto del libro stesso. Ciò che viene pubblicato a luglio 2013 sulla rivista Doctrine & Life non è, infatti, una condanna delle affermazioni come false da parte di un’autorità del magistero ecclesiastico ma contributi di studiosi che muovono critiche sul piano della ricerca esegetica e teologica.

Una seconda osservazione, invece, è quella che riguarda, il carattere da una parte anacronistico e inefficace e dall’altra dannoso e controproducente dei provvedimenti presi dall’Ordine domenicano nei confronti di Thomas Brodie. Il carattere anacronistico e inefficace dipende dal ritenere che nell’odierna società della comunicazione si possano ancora esercitare efficacemente – attraverso l’imposizione del silenzio – un controllo e una limitazione delle idee ritenute “imprudenti e pericolose”, controllo e limitazione che siano anche solo paragonabili a quelle esercitate nei secoli passati dall’autorità ecclesiastica, ad esempio attraverso i tribunali dell’Inquisizione, l’Indice dei libri proibiti e gli effetti prodotti dalle condanne religiose sul piano civile e sociale. Il carattere dannoso e controproducente dipende dal ritenere che nella Chiesa idee nuove che sembrano problematiche – comprese quelle che dovessero risultare poi false o erronee – vadano affrontate e risolte da parte dell’autorità ecclesiastica attraverso l’imposizione del silenzio. Questo tipo di imposizione, in realtà, finisce per suggerire ai credenti che – da parte dell’autorità ecclesiastica – si voglia tener loro nascosto qualcosa che potrebbe essere vero. Al contrario, si dovrebbe accettare e anzi promuovere, anche nella Chiesa, quel libero confronto tra informazioni e argomentazioni diverse al quale oggi siamo in genere abituati in tanti ambiti. È vero che questo approccio presenta anche difficoltà e rischi, come ad esempio quello di evidenziare dissensi anche profondi tra persone credenti ed esperte nella medesima materia, o anche il rischio che persone incompetenti nella materia trattata facciano affermazioni che si rivelano errate o infondate. Ma queste sono difficoltà e rischi che vanno affrontate e gestite promuovendo anche nei non esperti una fede adulta e matura attraverso l’educazione del senso critico, piuttosto che provare a impedire loro di ascoltare voci discordanti. Nella situazione odierna, infatti, risulta paradossalmente più “imprudente e pericoloso” provare a silenziare tali voci discordanti, piuttosto che consentire loro di esprimersi e confrontarsi criticamente, possibilmente nel rispetto reciproco tra persone.

Riferimenti:

Thomas L. Brodie, Beyond the Quest for the Historical Jesus. Memoir of a Discovery, Sheffield Phoenix Press, Sheffield UK, 2012.

Le informazioni qui utilizzate riguardanti il procedimento dell’Ordine domenicano nei confronti di Thomas L. Brodie si trovano pubblicate nel numero di maggio-giugno 2014 della rivista dei domenicani irlandesi Doctrine & Life

Su Wikipedia, le medesime informazioni si possono ricavare alla pagina “Thomas L. Brodie”, non nella versione attualmente pubblicata, ma nell’aggiornamento – in seguito modificato – del 23 maggio 2014, accessibile nella sezione “View history” dalla medesima pagina “Thomas L. Brodie” di Wikipedia