Riflessioni teologiche – 59. Cristianesimo ecumenico e pratiche di comunione (parte 20: CONFRONTO CREATIVO PER GESTIRE DIVERGENZE NEI CONSIGLI ECCLESIALI)
Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio
di Alberto Ganzerli
Osare un cristianesimo radicalmente ecumenico, dinamicamente inserito nel processo di riconfigurazione in forma sinodale intrapreso da chiese e comunità cattoliche su impulso di papa Francesco, richiede un rinnovato impegno nel praticare forme di comunione ecclesiale capaci di ampliare la varietà di coloro che potrebbero essere raggiunti o accolti o attivamente coinvolti. Nell’intraprendere questo percorso di ricerca teologica, di esperienza vissuta e di pratiche di sperimentazione ecclesiale potrebbero essere di aiuto diversi approcci teorico-pratici provenienti da alcune fonti di ispirazione: elementi ricavabili dall’esperienza vissuta nelle famiglie, riflessioni sulle comunità di pratica, metodologie per l’ascolto attivo e la gestione dei conflitti, approcci filosofici della teoria dell’attore-rete (ANT) e dell’ontologia orientata agli oggetti (OOO), suggestioni collegate alla nozione di terzo paesaggio e possibili applicazioni di questi approcci alla teologia e alla pratica ecclesiale (parte 20: CONFRONTO CREATIVO PER GESTIRE DIVERGENZE NEI CONSIGLI ECCLESIALI)
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Per comprendere come potrebbe funzionare nei consigli ecclesiali il metodo del Confronto Creativo, un altro utile punto di vista, oltre a quello che riguarda il ruolo dei componenti come negoziatori creativi, è quello della gestione delle divergenze, considerato nella prospettiva di un cristianesimo radicalmente ecumenico. Le divergenze che si sperimentano e che vanno affrontate e gestite nei consigli ecclesiali dipendono da un retroterra ecclesiale spesso complesso del quale è importante tenere conto. Un consiglio ecclesiale, infatti, è in genere chiamato a prendere decisioni che riguardano una comunità o un territorio, un’associazione o un gruppo più ampio di persone. Per questo sarebbe importante – ancora prima del costituirsi di un consiglio ecclesiale – che venisse elaborata una sorta di mappa delle posizioni o valutazione etnografica. Si dovrebbe trattare, per quanto possibile, di una rappresentazione sintetica di tutte le esigenze e posizioni in gioco in una determinata comunità o realtà ecclesiale. Il duplice scopo di questa sintesi sarebbe, da una parte, quello di capire la reale situazione della comunità nelle sue diverse componenti e, dall’altra, impegnarsi a garantire che tutti i punti di vista, diversi ed eventualmente divergenti tra loro, possano essere adeguatamente espressi e considerati in sede di consiglio ecclesiale, anche nel caso non sia presente tra i consiglieri una persona che possa esserne considerato uno specifico portavoce o rappresentante, eletto o nominato.
Nella mappatura delle posizioni o valutazione etnografica di una comunità ecclesiale andrebbero considerate come variabili rilevanti anche le esperienze e i vissuti di chiesa, le tradizioni e le abitudini radicate, i presupposti teologici – anche se impliciti o non consapevoli – riguardanti, ad esempio, l’ecclesiologia e i ministeri, la liturgia e la spiritualità, la pastorale e la catechesi. Tra le variabili rilevanti di una specifica comunità ecclesiale non si dovrebbero tralasciare quelle dolorose o problematiche, come i nodi di varia natura non ancora sciolti o le eredità storiche pesanti, eventualmente legate a vicende locali o a persone specifiche. Già qui verrebbero messi alla prova il livello e la qualità dell’approccio di un consiglio ecclesiale, che dovrebbe rivelarsi capace di ascoltare, accogliere e valutare con intelligenza, rispetto e comprensione le posizioni e le difficoltà di tutti e di ciascuno. Qualità e livello di approccio di un consiglio pastorale che dovrebbero essere necessariamente anche ecumenici, perché disponibili a riconoscere come possibili e legittime le diversità. Una volta costituito un consiglio ecclesiale e in presenza di una mappa delle posizioni o valutazione etnografica, che mostri differenze e divergenze presenti nella realtà ecclesiale, ogni componente del consiglio dovrebbe, infatti, consapevolmente assumere un atteggiamento radicalmente ecumenico e mantenere un coerente comportamento ecumenico.
Ciò richiederebbe a ciascuno, da una parte, di presentare, spiegare e motivare nel modo più convincente la propria posizione di partenza e, dall’altra, accettare la sfida di trarre profitto dalla complessità e dalle differenze e divergenze di una realtà ecclesiale non uniforme. Inizialmente si dovrebbe – come suggerisce Marianella Sclavi nella terza regola dell’ascolto attivo – assumere che tutti hanno ragione e con questo approccio ascoltare e provare a cogliere le ragioni di ciascuno. Ciò in base al fatto che – nella prospettiva di un cristianesimo radicalmente ecumenico – ciascuno può aver ragione dal proprio punto di vista, mentre alla mia valutazione qualcosa può risultare sbagliato e posso ritenerlo un errore, arrivando eventualmente a tollerarlo come tale. Ma questo può anche significare che mi lascio interrogare dalla possibilità che almeno qualcosa che io ritengo sbagliato nella posizione altrui risulti infine convincente anche per me, per lo meno da un certo punto di vista e entro certi limiti. Una condizione decisiva per il successo del confronto creativo anche in un consiglio ecclesiale è che – anziché reagire con atteggiamento giudicante e con un approccio del tipo vero/falso, amico/nemico, giusto/sbagliato – ciascun partecipante formuli domande per capire come mai la posizione che non condivide, appaia invece desiderabile e corretta all’interlocutore. Nel chiedere all’altro che ha posizioni diverse e divergenti dalle proprie di spiegare più estesamente preoccupazioni e bisogni, interessi e obiettivi, esperienze e impressioni che giustificano il suo punto di vista, si mostra di ritenerlo intelligente e lo si tratta come tale.
Riferimenti:
Stella Morra – Marianella Sclavi, Sinodalità: Quali pratiche?
Audio-video su YouTube pubblicato il 17 maggio 2022
Si può trovare su YouTube cercando: sinodalità sclavi.
Marianella Sclavi – Lawrence E. Susskind, Confronto creativo. Dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati. Con una conversazione tra Marianella Sclavi e Giuliano Amato, Et al. Edizioni, Milano 2011.
Questo titolo è disponibile anche in una nuova versione ebook Kindle del 2021 con il titolo: Manuale di Confronto Creativo. Le Arti della Comunicazione, della Convivenza e della Democrazia nel XXI secolo
Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Bruno Mondadori, Milano 2003.
Le sette regole dell’ascolto attivo si possono trovare sul sito di Marianella Sclavi: www.ascoltoattivo.net