Il pensiero complesso
La Parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Carpi propone una serie di serate per conoscere il pensiero complesso e i suoi risvolti filosofici e teologici.
Serata di presentazione mercoledì 21 settembre ore 21 – Aperto a tutti e gratuito. –
Info 3398937687
Via Remesina Interna 58, Carpi
Nel libro di Giobbe tra gli esempi di ciò che l’uomo non conosce e non può governare ci sono le nuvole in cielo.
Le equazioni del movimento delle nuvole danno luogo ad un classico esempio di caos ordinato, rappresentato dal famoso attrattore di Lorenz. Noi siamo simili a Giobbe, conosciamo più a fondo perché non riusciamo a descrivere come vorremmo il moto delle nuvole.
Giobbe Cap 36
33 Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra?
34 Puoi tu alzare la voce fino alle nubi per farti inondare da una massa d’acqua?
35 Scagli tu i fulmini ed essi partono dicendoti: “Eccoci!”?
36 Chi mai ha elargito all’ibis la sapienza o chi ha dato al gallo intelligenza?
37 Chi mai è in grado di contare con esattezza le nubi E chi può riversare gli otri del cielo,
38 quando la polvere del suolo diventa fango e le zolle si attaccano insieme?
Geometrie non euclidee – Frattali – Caos ordinato – Pensiero complesso – Teoria delle catastrofi – Teorema di Godel – Aspetti filosofici e riflessi – teologici del pensiero complesso
In occasione del conferimento della Laurea honoris causa in Matematica
all’Università di Bologna (il 10 settembre 1991), il grande matematico
russo Vladimir Igorevič Arnol’d (1937-2010) autore della teoria delle
catastrofi, tenne un breve discorso:
“Non è abituale per un matematico, e nemmeno semplice, parlare a un
pubblico di non matematici. I matematici sono esseri strani, che si occupano di
cose poco interessanti e incomprensibili per gli altri. Li paragonerei ai sacerdoti
dei culti pagani, come gli antichi druidi, perseguitati dalla società ai tempi dei
Romani. Parlano una lingua che la gente comune non capisce, e hanno degli
scopi segreti che esercitano ben poca attrazione sugli altri. Cercherò ora,
tuttavia, di spiegarvi la mentalità dei matematici. Un poeta russo (Majakovskij)
ha detto che colui che ha scoperto che due più due fa quattro era un grande
matematico, anche se ha fatto la scoperta contando i babbuini. Oggi invece
colui che utilizza la stessa formula per contare le locomotive non è per niente un
matematico! […] Non è facile prevedere il genere di matematica di cui ci sarà
bisogno domani. È cosa prudente dunque coltivare tutti i generi di matematica,
ivi comprese le parti astratte che detesto e che si chiamano general nonsense (è
un termine ufficiale dei matematici moderni). […] Le relazioni inattese e
misteriose fra domini della matematica a prima vista assai distanti, e quelle fra le
parti più astratte della matematica e le scienze a esse lontane: questo è un
miracolo per il quale non vedo ragioni. È questa unità fra matematica e sue
applicazioni alle scienze che ha sempre costituito per me la sua attrazione
principale. Spero di essere riuscito a comunicare il sentimento di gioia per le
scoperte inattese fornito ai matematici dal loro lavoro”.