“È un Dio sapiente quello che ci ha creato?”
Luca Mazzinghi membro della Pontificia Accademia di Teologia
Don Luca Mazzinghi, presbitero della diocesi di Firenze, è un raffinato conoscitore dell’Antico Testamento, in particolare dei libri sapienziali, come testimonia – tra gli altri – il suo monumentale commento al libro della Sapienza (richiestogli appositamente da un editore tedesco; poi pubblicato in inglese; infine stampato nel 2020 in italiano).
Don Luca è anche un fedele amico del C.I.B., per il quale accetta di tenere conferenze sin dal lontano 1996, quando venne a parlare della famiglia nel libro di Tobia. A partire da quella volta don Luca ogni due anni è stato ospite del C.I.B., parlando della sofferenza nel libro di Giobbe, della libertà di Adamo ed Eva nel libro della Genesi, della sessualità nel Cantico dei Cantici, della preghiera contestatrice di Giobbe, del “silenzio di Dio” nel Salmo 88…
Ma don Luca, oltre a fare il parroco a San Romolo a Bivigliano (trovate qui il link al sito della parrocchia, che pubblica i suoi commenti sulle letture domenicali, insieme a tante spiegazioni sui Salmi, sul vangelo secondo Marco, ecc.), svolge varie altre attività: è professore ordinario di Antico Testamento presso l’Università Gregoriana a Roma; è stato presidente dell’«A.B.I. – Associazione Biblica Italiana» per 8 anni; nell’aprile 2021 è stato nominato presidente della «Società Biblica in Italia» (il nostro sito ne diede notizia qui). Ed è di un paio di settimane fa la sua nomina a membro della «Pontificia Accademia di Teologia».
Proprio per fare onore a questo suo recentissimo incarico, mercoledì 27 aprile 2022 don Luca è stato chiamato a tenere una Lectio Magistralis presso l’università Gregoriana. Il suo intervento, dal titolo “È un Dio sapiente quello che ci ha creato?”, ha analizzato la visione di Dio nel libro di Giobbe. Questi è un uomo timorato di Dio e benestante, che, all’improvviso, si ritrova nella sofferenza, che parrebbe essere così il tema centrale dell’opera. Invece, come spiega bene don Luca, il tema centrale è quale visione di Dio ha la persona: ci si accontenta dell’idea piatta di un Dio che castiga i “cattivi” e premia i “buoni” (se fosse però così, Giobbe risulterebbe un “cattivo”; eppure egli non lo è!)? O piuttosto Dio è una scoperta continua, nonostante i vincoli che gli uomini amano cercare di imporGli? Una riflessione valida anche per l’oggi.
il segretario del C.I.B.
Aldo Peri