Letture festive – 9. Sapienza – 2 domenica dopo Natale – Anno C
Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio
di Alberto Ganzerli
2a domenica dopo Natale – Anno C – 2 gennaio 2022
Dal libro del Siràcide – Sir 24,1-4.12-16 [gr. 24,1-2.8-12]
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini – Ef 1,3-6.15-18
Dal vangelo secondo Giovanni – Gv 1,1-18
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letture festive 9
La sapienza, presentata nel libro del Siràcide, descrive sé stessa come il bene più prezioso e desiderabile, ma soprattutto come un personaggio la cui vicenda è intrecciata alla storia del popolo eletto. Si tratta di una realtà che è mobile, come le tende sotto le quali si dimora peregrinando nel deserto, ma – insieme e paradossalmente – profondamente radicata nella terra promessa ricevuta in eredità. Quasi a dire che nella vita dei singoli e delle comunità è possibile cercare e trovare significato e senso sia nei momenti di transizione nomadica che in quelli di stanzialità consolidata.
Si tratta di una capacità – quella di trovare con sapienza il senso e il significato delle realtà più profonde – che l’apostolo Paolo sa non essere scontata né facilmente acquistabile, perché necessita di uno sguardo esperto e insieme lungimirante, capace di dilatarsi nel tempo, dalle origini nascoste nel passato fino al futuro, anticipato nelle speranze a cui ci sentiamo chiamati.
Ma il culmine del percorso della sapienza si trova nel folgorante inizio del vangelo di Giovanni, dove si racconta la vicenda del Logos/Parola e del suo entrare nel mondo facendosi carne ed esistenza umana. Qui la sapienza si presenta inizialmente come una parola sapiente capace di creare ogni cosa, una parola sapiente capace di portare vita e di illuminare le tenebre. Ciò che il vangelo ci offre è infatti un racconto sapiente che riesce a esprimere in modo convincente la verità individuale e comunitaria del nostro essere umani, un racconto sapiente nel quale possiamo riconoscere le vicende delle nostre esistenze, con le loro luci e le loro ombre. Posti di fronte alle parole di questo racconto sapiente, che si offre come un’opportunità di parola in grado di interpretare il significato della nostra vita, anche noi sperimentiamo un alternarsi di apertura e di chiusura, di accoglienza e di rifiuto. Ma anche questo nostro atteggiamento ambivalente, in realtà, entra a far parte del racconto sapiente con il quale la parola del Vangelo può illuminare il nostro cammino.