LA LIBERTÀ NELLA BIBBIA
Ha appena avuto luogo il festival della filosofia, che aveva come parola-guida: Libertà.
Ma il CIB è arrivato molto prima! Infatti nel lontano anno 2000 (era ancora il millennio scorso…) ha affrontato il tema de LA LIBERTÀ NELLA SACRA SCRITTURA, in un ciclo di 5 conferenze con un titolo trafugato dalla “Divina Commedia”:
«OR TI PIACCIA LA SUA VENUTA GRADIR: LIBERTÀ VA CERCANDO,
CH’È SÌ CARA, COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA» (Purgatorio I 71-72).
La prima conferenza ha avuto come relatore don Luca Mazzinghi, che ha parlato de: La libertà spezzata – L’uomo dopo Genesi 3. L’uomo ha la libertà di vivere e di agire secondo quella che noi moderni chiamiamo “coscienza” e l’AT chiama “cuore”. Essa è la radice di ogni altra libertà. Sbagliando, spesso Gen 3 è letto isolandolo da Gen 1-2, alimentando l’idea che Dio crea un mondo perfetto, rovinato poi da Adamo ed Eva, per cui Dio deve inviare il Figlio a rimettere tutto a posto (secondo lo schema: creazione, caduta, redenzione). Invece la prospettiva è differente: c’è un progetto di Dio sull’uomo e sul mondo, che l’uomo non può distruggere. Ci sono caratteristiche che Dio ha voluto che l’uomo avesse e che egli non perde neppure col peccato (il suo essere immagine di Dio, il compito di “lavorare”, la chiamata alla vita di coppia). Allora Gen 3 non mostra l’uomo che distrugge il progetto di Dio, bensì racconta che l’uomo che si oppone al progetto di Dio, che comunque resta valido. Dunque non c’è separazione fra “creazione” e “salvezza” e il progetto di Dio continua a realizzarsi nonostante il peccato dell’uomo. Ecco perché si può parlare di libertà “spezzata”, ma di non libertà “tolta”.
Nel secondo incontro, dal titolo: Dalla servitù al servizio – «Libera il mio popolo perché mi serva nel deserto» (Es 7,16), don Guido Benzi ha illustrato come l’“Ex-odos” sia uscita, fuoriuscita, liberazione; è un ri-nascere, in cui creazione e liberazione si congiungono in un grande patto. Il Dio che crea è anche il Dio che salva; creazione e liberazione sono un atto unico. Faraone è il personaggio meglio descritto e più umano in tutto il libro dell’Esodo, che però si crede al centro di tutto e sopra tutto. E la sua caratteristica principale è l’indurimento del cuore, una ostinazione che, per essere vinta, richiede ben 10 “piaghe”: è l’immagine di un comportamento che Israele dovrà sempre ricordare di evitare. Per Israele il comando di celebrare la Pasqua come memoriale perenne fa sì che il popolo si incontri su un evento eccezionale operato da Dio in suo favore (la liberazione dall’Egitto) ricordandosi della sua povertà e debolezza (la fuga di notte, le erbe amare). Quella pasquale è la celebrazione di un segno efficace che rende Israele “popolo di Dio”, il quale trova il segno della sua unità nella celebrazione di tale rito, che spinge continuamente verso il futuro di quella comunità, indicando l’avverarsi della salvezza e della presenza di Dio qui e ora.
La terza conferenza, Gesù uomo libero, è stata tenuta da don Maurizio Marcheselli. Nel quarto vangelo si trova una certa descrizione di Gesù che, senza impiegare il vocabolario specifico della libertà, tuttavia lo mostra con questi tratti. C’è un unico passaggio in cui si trovano i vocaboli “libertà” e “rendere liberi” in cui però all’apparenza Gesù, in quanto “uomo libero”, non c’entra; invece proprio lì si parla della libertà di Gesù. Per Giovanni, Gesù è l’uomo libero, la cui libertà è leggibile non semplicemente nelle descrizioni che questo vangelo fa di lui, ma anche in quelle che l’autore fa dei suoi discepoli, che entrano nella libertà che è propria del “Verbo incarnato”. Gesù costituisce la perfetta esemplificazione della libertà: la sua carne umana, la sua esistenza terrena vive e gode questa libertà. E in questo sta la radice della libertà di Gesù come “Verbo incarnato”: nel rapporto di ascolto e di adesione alla parola del Padre, alla verità che è il Padre.
Nella quarta tappa del percorso don Marco Vironda ha analizzato Paolo prigioniero di Cristo – La libertà in Paolo, ossia che l’idea di libertà di Paolo è connessa con l’annuncio del Vangelo e con l’annuncio di una libertà che viene proposta al cristiano. Tale libertà è sempre offerta attraverso Gesù Cristo, tramite l’evento della morte e risurrezione del Signore. Quindi nell’ottica di Paolo il cristiano riceve una libertà che prima non poteva sperimentare ed è una libertà che trasforma – sia nella comunità che nella vita personale del singolo – in un nuovo stato di vita diverso dal precedente. L’uomo che crede in Cristo è liberato dal “Peccato”, cioè dalla forza del male che agisce limitando l’uomo e che tiene in schiavitù l’intera umanità; ma anche dalla Legge, dalle “potenze celesti”, dalla “carne” e persino dalla morte. Paolo parla della libertà sempre come resa possibile da Cristo per mezzo della fede: l’uomo può accedere a questa libertà se crede.
Infine, in un incontro dedicato alla contemporaneità, padre Lorenzo Prezzi ha esposto La libertà del cristiano. Il senso della libertà del cristiano ha a che fare con l’immagine di Dio e di Gesù di Nazaret, con l’annuncio del Dio affidabile che Gesù ha portato, con l’immagine del Dio Trinità (fondamento della fede cristiana) e con la promessa del Regno. Quello della libertà cristiana non è un tema a lato dell’esperienza, né è qualcosa che si aggiunge: esso è da sempre al cuore della verità cristiana. La libertà deve essere intesa come “parresìa”, ossia come capacità di libero annuncio del Vangelo, ma anche come capacità di libero giudizio sulla civiltà contemporanea e pure sulla vita ecclesiale; come “testimonianza” (in senso forte: l’essere testimoni, l’essere martiri); come “richiesta di perdono”: saper riconoscere il proprio peccato e riconfermare proprio in tale riconoscimento di colpe una reale libertà nei confronti del Signore.
Le conferenze sono state raccolte nel volume n. 87 della collana “Sussidi Biblici” pubblicata dalle Edizioni San Lorenzo di Reggio Emilia.
Chi fosse interessato ad avere il volume stampato può collegarsi alla Edizioni San Lorenzo, oppure per la trascrizione di una delle conferenze può andare qui
Aldo Peri