La Sinagoga di Wlodowa nell’omonima città, in Polonia, è un complesso architettonico costituito da due sinagoghe storiche e un edificio amministrativo ebraico, ora conservato come museo. Il complesso comprende la Grande Sinagoga del 1764–74, la Piccola Sinagoga della fine del XVIII secolo e l’edificio della comunità del 1928. È “una delle sinagoghe meglio conservate” in Polonia. La Grande Sinagoga (1764–74) fu costruita per sostituire una sinagoga in legno del 1684. È una struttura barocca , con un ingresso al piano terra e un santuario al secondo piano con soffitti alti. Le ali laterali conferiscono all’edificio una configurazione generale simile ai palazzi e alle grandi case padronali della nobiltà polacca dell’epoca. Le ali contenevano stanze di preghiera delle donne. Altrettanto insolito è il tetto in rame a tre livelli che assume la forma generale delle sinagoghe in legno uniche dell’Unione polacco-lituano . L’edificio originale a un piano è stato ampliato nel diciannovesimo secolo. L’attuale edificio è voltato a crociera con lunette e nove campi. È sostenuto da quattro colonne portanti, che circondano ma non fanno parte del bimah . Il bimah è una riproduzione del 1936 del bimah perso in un incendio nel 1934. Le colonne in muratura sono sopravvissute all’incendio. L’ Arca della Torah è particolarmente bella. Si tratta di un restauro del 2004 dell’Arca della Torah costruita nel 1936, riproducendo essa stessa da vecchie fotografie l’Arca della Torah in legno persa nel 1934. È nota per le belle incisioni, comprese le incisioni di strumenti musicali, che commemorano il Tempio di Salomone . L’Arca è alta tre piani, con finestre sul secondo e terzo piano. Arche elaborate intagliate di questo tipo non erano insolite nelle sinagoghe polacche; l’Arca di Wlodawa era considerata un esempio particolarmente eccellente, ma è insolito soprattutto perché sopravvive. Piccola sinagoga. La sinagoga Piccola o Beit Midrash del 1782-1786. Ha una sala di preghiera femminile sopra il vestibolo. Le finestre furono sostituite e alcune modifiche apportate dopo le devastazioni della prima guerra mondiale . L’edificio reca una targa che ricorda queste riparazioni. Gli elaborati dipinti popolari policromi sulle pareti della sinagoga sono riprodotti da frammenti di gesso sopravvissuti e vecchie fotografie. Nel dopoguerra la piccola sinagoga fu utilizzata come garage. Negli anni ’80 si ergeva come una rovina senza tetto. Edificio per uffici Kahal. Il terzo edificio del complesso è il Kahal , un edificio amministrativo della comunità ebraica di Wlodawa, costruito nel 1927 o 28. Era in uso continuo, ma è stato rinnovato dopo il 1979 ed è ora l’edificio amministrativo del museo. Tutti e tre gli edifici ospitano sale espositive che sono state utilizzate per esporre reperti ebraici e non ebraici. L’esistenza di una comunità ebraica a Włodawa viene registrata per la prima volta in relazione alla fiera di Lublino del 1531. Da allora la presenza ebraica è stata sempre la maggioranza degli abitanti, circa i due terzi dell’intera popolazione. Il complesso della sinagoga è insolito non solo perché è sfuggito alla distruzione da parte degli occupanti nazisti della Polonia e perché l’intera suite degli edifici comunali ebraici è intatta, ma anche perché, a differenza di molte altre ex sinagoghe in Polonia che sono state distrutte, lasciate in rovina, o rivolto ad altri usi in epoca comunista, è stato meticolosamente restaurato. Nessun ebreo è noto per vivere nella città oggi.
Sobibor. Campo di sterminio.Dai ricordi di Matel Rabinowitz:
“Poco tempo dopo, il Judenrat di Wlodowa ricevette un ordine di consegna di 150 ebrei per opere civili a Sobibòr, una località a 15 km da Wlodowa. Dal responsabile tedesco dei lavori (…) ho saputo che ha costruito qualcosa che diventerà famoso in tutto il mondo, non aggiunse altro per paura della Gestapo. Nessuno in quel momento intuiva lo scopo della costruzione di quelle strane costruzioni. Inoltre la foresta intorno a Sobibòr venne recintata e proibito il passaggio alla popolazione civile.
Dopo due mesi, finiti i lavori, i tedeschi vollero testare l’efficacia del gas (monossido di carbonio) nel cosidetto bagno comune. Portarono quindi, dopo averli denudati, al bagno gli stessi operai ebrei per gasarli. Alcuni, tuttavia, capirono cosa stava succedendo e tentarono la fuga.
Due di loro sono sopravvissuti, uno di loro è Szaja, genero di Fajwel Cukierman, del secondo non ricordo il nome, entrambi erano di Wlodowa. Mezzi nudi entrarono in città di notte e andarono da un famoso rabbino di Radzyn che viveva a Wlodowa e gli raccontarono lo scopo per cui era stato costruito Sobibòr e le prime eliminazioni nelle camere a gas.
Il rabbino di Radzyn ordinò un digiuno di tre giorni, chiedendo a Dio di prendersi cura degli ebrei indifesi. La notizia del campo di sterminio di Sobibòr (…) fece a Wlodowa una senzazione orribile e deprimente”
Città della Polonia orientale sul fiume Bug. E' stata fondata nel 1242 da famiglie di emigranti ebrei della Germania. Prima della 2° guerra mondiale, il 70% della popolazione era ebrea
La Grande Sinagoga (Bet ha-knesset) di Wlodowa, insieme alle altre due sinagoghe limitrofe, forma un singolare complesso sinagogale trasformato in Museo dell'Ebraismo e Museo del Folklore
La Grande Sinagoga (1764-74) fu costruita per sostituire una sinagoga in legno del 1684
L'edificio, in stile tardo barocco su progetto dell'architetto Paul-Antoine Fontana, ha il corpo principale coperto da un tetto in rame a tre livelli e da due edifici adiacenti, con tetti separati, aggiunti nella 2° metà del XIX sec
L'Arca della Torah (aron ha –qodesh), posta sulla parete orientale, è alta tre piani con finestre sul secondo e terzo piano. Costruita nel 1936 su vecchie fotografie di un'Arca in legno persa nell'incendio del 1934. L'attuale Arca è un restauro del 2004
L'arca è in stucco neobarocco con pittura policroma. In alto due Grifoni sostengono le aperture delle finestre a forma delle Tavole dell'Alleanza, sopra una Corona e l'iscrizione "Corona della Torah”
La Menorah. In alto (Sal. 5,8) "Mi inchinerò verso il tuo tempio santo, nel tuo timore". Alla destra le mani benedicenti di un Kohen, e alla sinistra un cesto di frutta, che simboleggia la festa di Shavu'ot (Settimane).
Sul cornicione ai piedi della Menorah e sopra all'armadio per la Torah ('aron ha-qodesh), la scritta che recita: "e verrà a Sion il Redentore, presto, ai nostri giorni. Amen", indica l’anno di costruzione.
Su ogni lato dell'Aron ha-qodesh, coperto dalla Parokheth (tenda), sono rappresentati strumenti musicali con testi del salmo150,3-4-5. "Lodatelo con il suono della tromba,....etc." L'unico strumento antico raffigurato è lo Shofar
Davanti all'armadio contenente i rotoli della Torah c'è un candelabro a otto (+1servitore=9) bracci detto Chanukkiyyah; si accende per Chanukkah, festa che ricorda la lotta dei Maccabei contro Antioco IV Epifane, e la riconsacrazione del Santuario di Gerusalemme
Quattro colonne circondano la Bimah, "cattedra", (riprodotto dall'originale del1934). La volta a crociera mostra nove medaglioni con i simboli di Sukkot ( Festa delle Capanne), una cicogna, un'aquila e un cervo
Corona della Torah e il Me'il, tessuto col quale si riveste il rotolo della Torah
Tallit (anche Talled, secondo la pronuncia degli ebrei italiani ) scialle per la preghiera
Rotolo della Torah ( Sefer Torah ) e puntatori di pagina (Yad, “mano”) per leggere la Torah più alcuni rimmonim (melograni) che ornano i puntali del rotolo della Torah
Alcune kippah e libri di preghiera nano i rotoli della Torah
Meghillah (rotolo) di Ester; alcune Mezuzah che, secondo la prescrizione di Deut 6,9 e 11,20, vanno fissate allo stipite delle porte, e uno Shofar
Varie forme di Canukkiyyot per la Festa delle di Chanukkah, della durata di otto giorni
La stanza delle donne con libri di preghiera e un Talmud. Prima della guerra c'era un chèder (scuola primaria ) Bet Josef (Casa di Giuseppe ), frequentato da 160 studenti, organizzato secondo il cosidetto Nowogrodza yeshiva,creato da Josef Hurwic
."Nella stanza di un melamed- un insegnante di scuola religiosa", La stanza ricostruita appartiene al dipendente della Nowogrodzka Yeshiva, Melammed Menachem
Particolare della stanza con la libreria contenente i testi di studio e per la preghiera del melammed
La Piccola Sinagoga (XVIII sec) ha svolto nel tempo un duplice ruolo, sinagoga e bet ha-Midrash (casa di preghiera e di studio).
Dopo il 1939 divenne un magazzino militare e negli anni 1945-1983 un magazzino comunale. Dopo la ristrutturazione è stato inaugurato nel 1999.
Dopo le devastazioni della prima e seconda guerra mondiale le finestre furono sostituite e venne rifatto il tetto completamente mancante
All'interno un grande numero di affreschi e iscrizioni. I dipinti policromi sulle pareti della sinagoga sono riprodotti da frammenti di gesso sopravvissuti e vecchie fotografie
La più grande delle iscrizioni ricorda il Sig. Yehuda Lejb , figlio del Sig. Moshè Elijachim Gecel, alla benedetta memoria Lichtenberg, per la generosità nella ricostruzione nel 1916 della casa di studio distrutta nel 1915 durante la Prima guerra mondiale. E’ stato sepolto il 15 di shevat dell’anno 1931 a Siedlce.
La mostra all'interno della sinagoga è una raccolta di vecchie fotografie di Wlodowa che ne ripercorre la storia
Le statue a grandezza naturale sotto il porticato, a fianco della grande sinagoga, rappresentano la convivenza delle tre principali religioni presenti a Wlodowa.
Ingresso del Museo di arte ebraica e popolare. "Leczynsko-Wlodawskie Lakeland Museum" (Museo del Distretto dei Laghi)
Artigianato ebraico
Artigianato ebraico
Casa Pokahalny (1927/8), nuova Bet ha-Midrash. Era anche l'ufficio amministrativo della comunità ebraica (Kahal "gente" da cui Kehillà "comunità")
Dalla sua fondazione servì come funzione amministrativa della kehillà, qui era la sede del consiglio comunale, la biblioteca e associazioni ebraiche. Dopo il restauro (1979) è diventato l'ufficio amministrativo del Museo
All'esterno dell'edificio, che dà sulla strada, si organizzano mostre ed altri eventi culturali
Mostra fotografica. Wlodowa all’inizio del XX sec.
Costruito a marzo del 1942, il campo prende il nome del villaggio presso il quale venne edificato. Con Belzec e Treblinka fu uno dei tre campi di sterminio nazisti costruiti nell'ambito dell'Operazione Reinhard. Il campo fu chiuso alla fine del 1943 e tutte le tracce furono cancellate
Ricostruzione basata su resoconti di testimoni oculari. A (1,2,3)Vorlager. Alloggi personale del Campo. B Campo I, alloggi/luoghi di lavoro dei prigionieri. C (4,5,6,7) Campo II, i deportati venivano divisi secondo il sesso, consegnavano le proprie valigie, i soldi e i preziosi ed erano costretti a svestirsi. Alle donne, inoltre, venivano tagliati i capelli (8). Un'orchestra suonava durante tutta questa procedura.
Un passaggio, largo 3-4 metri e lungo 150 metri, chiamato "Der Schlauch" (il tubo) (7), portava alle camere a gas.
D (9,10) Campo III, (9) camere a gas, fosse comuni, griglie fatte di binari per cremazioni; (10) alloggi per i deportati addetti all’area di sterminio. E Campo IV, deposito e smistamento munizioni.
Richard Wolfgang Thomalla (Annahof, 23 ottobre 1903 – Jičín, 12 maggio 1945) è stato un militare e ingegnere tedesco, responsabile della costruzione dei campi di sterminio di Bełżec, Sobibór e Treblinka nell'ambito dell'Aktion Reinhard. Fu giustiziato dal NKWD servizio segreto russo
A Sobibór furono uccise, secondo l'United States Holocaust Memorial Museum, circa 167.000 persone, ma secondo altri le vittime furono tra 200.000 e 250.000, delle quali 207.000 provenienti dalla Polonia, 31.000 dalla Cecoslovacchia, 10.000 dalla Germania e dall'Austria, 4.000 dalla Francia, 14.000 dalla Lituania, e 34.313 dai Paesi Bassi. La maggioranza era di origine ebraica, ma anche militari russi e zingari.
La stazione ferroviaria come si presenta oggi
La stazione nel 1943 con alcuni militari in posa.
La linea ferroviaria, visibile ancora oggi, dopo lo smantellamento del campo, rimase attiva fino al 1999.
Termine del binario di raccordo del campo
Odilo Lotario Globočnik (Trieste, 21 aprile 1904 – Paternion, 31 maggio 1945) è stato un generale e politico austriaco, di nazionalità slovena nato a Trieste. Ufficiale delle SS e supervisore della costruzione di diversi campi di concentramento in Polonia, fu uno dei maggiori responsabili dello sterminio di milioni di persone durante l’Aktion Reinhardt. Divenne noto anche come "boia di Lublino". Catturato e detenuto dai soldati britannici si suicidò con una capsula di cianuro. La foto lo mostra all’inizio della rampa.
La rampa all’ingresso del campo. Ogni giorno giungeva a Sobibòr almeno un convoglio di ebrei. Una volta arrivati, i prigionieri venivano fatti scendere dal treno dai Sonderkommando ( prigionieri per la maggior parte ebrei) . La tecnica utilizzata dai nazisti a Sobibòr consisteva, tramite annunci e false operazioni, nel tenere segreto fino all’ultimo momento alle vittime il destino che le attendeva. Tutto avveniva alla massima velocità e gli ebrei erano costretti a correre. In questo modo si azzerava ogni capacità di resistenza dei prigionieri.
Ingresso del campo amministrativo e residenziale per le unità SS e le guardie ucraine.
ATTENZIONE: I Sonderkommandos del campo di sterminio, che erano sempre detenuti, non erano collegati agli SS-Sonderkommandos , che erano unità formate ad hoc da membri di vari uffici delle SS tra il 1938 e il 1945.
I pittoreschi edifici del Vorlager come il Merry Flea “Pulce allegra” (nella foto nell'estate del 1943) hanno contribuito a nascondere lo scopo del campo ai nuovi arrivati.
Franz Stangl, soprannominato "La Morte Bianca", era un nazista austriaco. Nel 1942 venne trasferito in Polonia, alle dipendenze di Odilio Globocnik, per essere nominato comandante del campo di sterminio di Sobibor, da Maggio a Settembre del 1942. Sotto la sua direzione, in solo tre mesi, circa 100.000 persone siano state gasate e sepolte in fosse comuni. Dopo la guerra, Stangl fuggì dall'Europa, prima in Siria e poi in Brasile. Nel 1967 fu rintracciato dal cacciatore nazista Simon Wiesenthal ed estradato in Germania, dove fu processato e condannato all'ergastolo. Morì per un attacco di cuore in prigione nel 1971.
L’immagine mostra una parte del campo (lager) I e il Vorlager o precampo dove alloggiava il personale militare di Sobibòr.
Il lager II era un composto multiuso più grande. Una sottosezione chiamata Erbhof conteneva l'edificio amministrativo e una piccola fattoria. Nella fattoria i prigionieri ebrei allevavano polli, maiali, oche, frutta e verdura per il consumo degli uomini delle SS.
. Foto da sinistra: “Sconosciuto”, Niemann, Beckmann, Rost, davanti alle baracche di smistamento.
Niemann ricoprì la carica di vice comandante in modo saltuario nel corso del 1942 e poi in modo permanente a partire dai primi mesi del 1943. Dopo la visita di Heinrich Himmler del 12 febbraio 1943, Niemann venne promosso al grado di SS-Untersturmführer (prima ricopriva quello di SS-Oberscharführer).
Rudolf Beckmann (20 febbraio 1910 a Osnabrück - 14 ottobre 1943 a Sobibor ) era un tedesco SS-Oberscharführer nel campo di sterminio di Sobibor . È stato pugnalato a morte durante la rivolta a Sobibor da detenuti. Beckmann era un membro del NSDAP e delle SS. Paul Rost (12/06/1904 - 21/03/1984 ) SS-Untersturmführer. Nel marzo 1942 a Sobibor. Responsabile del Campo II con le procedure di smistamento. Imprigionato dall'autorità militare sovietica fino all'estate 1946, poi rilasciato. Ha lavorato indisturbato a Dresda fino alla sua morte.
Una foto mostra Niemann in posa su un cavallo all'inizio del 1943 sulla rampa di Sobibor, il luogo in cui gli ebrei deportati arrivavano con i camion del bestiame.
Durante la rivolta di Sobibor fu il primo ufficiale delle SS ad essere ucciso nella baracca dei sarti , ucciso dal prigioniero di guerra sovietico Aleksander (Saçha) Shubayev di Minsk con un colpo d'ascia alla sua testa.
Un sentiero, largo 3 - 4 me lungo 150 m “Himmelstrasse-La strada per il cielo/ Der Schauch - Il Tubo”, conduceva dall'area di accoglienza all'area di sterminio. Su entrambi i lati il sentiero era recintato con filo spinato, intrecciato con rami di pino. Attraverso di essa, le vittime nude venivano convogliate verso le camere a gas. La “bottega del barbiere”, una baracca dove i capelli delle donne venivano tagliati per un ulteriore utilizzo in Germania, era a metà del “Tubo”.
Himmelstrasse.
Lungo l’Himmelstrasse sono state riposte delle rocce con targhe commemorative che formano una “Corsia del Ricordo” (Remenbrance Lane), ricordano persone, famiglie, comunità che furono condotti alle camere a gas.
Himmelstrasse.
MORGENSZTERN, Rabbi Mendel. L'ultimo rabbino della comunità ebraica di Wlodawa, membro della dinastia chassidica di Kock. Deportato nell'estate del 1942 durante la cosiddetta "Kinderaktion-azione dei bambini", quando a Sobibor venivano mandati solo bambini. Il rabbino Morgensztern è andato volontariamente al treno perché ha deciso di accompagnare i bambini.
La coppia di sposi Jakubowicz partì dalla Francia il 4 marzo 1943 in un carro bestiame, convoglio n°. 50, per Sobibòr nella Polonia orientale. Cinque giorni dopo furono assassinati a Sobibòr. Beniek Jakubowicz (nato il 24/08/1909 a Varsavia) e Sura Jakubowicz (nata il 12/10/1909 a Chmielnik, Polonia) entrambi morirono il 9 marzo 1943. La targa ai bordi della Remembrance Lane scritta in francese recita: "Con tutto il nostro amore, i vostri figli"
“In eterno ricordo del nostro amato. Possano le loro anime essere legate nei vincoli della vita eterna.”
La Famiglia Lender. Israele /U.S.-A. (Giugno 2006)
“In memoria dei nostri parenti che sono stati brutalmente assassinati qui.”
Joseph Spetter era nato a Rotterdam, Paesi Bassi nel 1900, era un uomo d'affari sposato con Jetty-den Hartog, anche lei nata a Rotterdam nel 1908. Joseph, sua moglie e i loro tre figli piccoli furono assassinati a Sobibòr nel 1943.
David Spetter, anche lui nato a Rotterdam nel 1905, fratello di Joseph, uomo d’affari, era sposato con Rebecca Alter nata anche lei a Rotterdam nel 1908. David, sua moglie, la loro figlia Elisabeth di 11 anni e i genitori di sua moglie, furono tutti assassinati a Sobibòr.
I figli di Joseph e Jettj Spetter:
Meijer Joseph 1929-1943 (14 anni), Elisabeth Sarina 1936-1943 (7 anni),Salomon (Sally) 1931-1943 (12 anni).
“Per i membri della comunità ebraica di Boskovice (Repubblica Ceca), assassinati a Sobibòr.
Kurt (Thomas) Thico.” Durante la guerra, fu portato insieme ai suoi genitori e alla sorella con un trasporto a Terezín e poi nell'aprile 1942 nel ghetto Piaski vicino a Lublino. Nel giugno 1942, i suoi genitori e la sorella furono uccisi nella camera a gas del campo di concentramento di Sobibor. Kurt Ticho fu deportato nel campo di Sobibor nel novembre 1942 e durante i disordini del 14 ottobre 1943 riuscì a fuggire.
Dopo la guerra rimase a Praga e Krnov. Nel marzo 1948, dopo il colpo di stato comunista, partì per gli Stati Uniti.
Alla fine dell’Himmelstrasse è posto un masso/memoriale. Qui si entrava nella zona del campo III dove erano ubicate le camere a gas.
. La scritta della targa posta sul masso recita:
“La via del ricordo finisce qui. Decine di migliaia di persone provenienti da molti paesi diversi sono state costrette a percorrere questa strada. Uomini, donne e bambini non molto lontani da questo punto le loro vite sono state portate a una brusca fine. Chi erano? I nomi degli uomini allineati lungo questa corsia testimoniano tutte quelle persone assassinate qui a Sobibòr durante la seconda guerra mondiale. I nomi tengono in vita le loro vite e il loro destino.”
Inizio della zona del campo III, in fondo nella radura si intravede il Memoriale formato da un tumulo con le ceneri dei deportati.
L'area di sterminio più isolata (Campo III) si trovava nella parte nord-occidentale del campo. Conteneva le camere a gas, le fosse comuni e gli alloggi per i prigionieri ebrei ivi impiegati.
Dopo Treblinka, anche a Sobibor. sono stati ritrovati i resti del Lager raso al suolo dai nazisti nel 1943 per cancellare le prove di quanto avvenuto tra le baracche. Ora, dopo anni di ricerche, un gruppo di archeologi guidati dal Museo di Yad Vashem di Gerusalemme ha scoperto nel sottosuolo del sito le camere a gas del campo di sterminio di Sobibor.
Le tre camere a gas (poi sei) erano all'interno di un edificio in mattoni. Le singole camere erano di forma quadrata (4 x 4 m) e avevano una capacità di 160-180 persone. A ciascuna camera a gas si accedeva da una piccola porta, posta su una veranda che correva per tutta la lunghezza dell'edificio. Dopo la gassificazione i corpi erano rimossi attraverso una porta a soffietto 2 x 2 m, di fronte all'ingresso, e posti su una seconda veranda. All'esterno dell'edificio c'era il motore che produceva il micidiale monossido di carbonio. Attraverso tubi, grandi come quelli usati per l’impianto dell'acqua, veniva condotto il gas alle camere a gas.
Due ufficiali delle SS in posa a Sobibor con oche nel Lager II "Erbhof". Le oche venivano mandate avanti e indietro durante le gasazioni poiché il loro starnazzare soffocasse le urla dei condannati, e tenesse nascosto ciò che accadeva.
Nell’ampia radura dove sorge il memoriale a forma di grosso cumulo dove sono raccolte le ceneri dei deportati, vi erano le fosse comuni. Queste erano lunghe 50-60 m, larghe 10-15 me profonde 5-7 m. I muri sabbiosi furono costruiti obliquamente per facilitare il seppellimento dei cadaveri. Una ferrovia a scartamento ridotto con ribaltatori conduceva dalla stazione alle fosse sepolcrali, bypassando le camere a gas, serviva per il trasporto di malati e vecchi che non potevano camminare, qui ai bordi delle fosse venivano fucilati e seppelliti.
Particolare del Memoriale delle Ceneri. Dei ciottoli ricoprono le ceneri.
Particolare del Memoriale delle Ceneri circondato dalla foresta.
Così come avvenne per Treblinka, anche a Sobibor i nazisti cercarono di cancellare le prove dell’esistenza del campo. A Sobibor, in particolare, questo divenne necessario nell’ottobre 1943, in seguito alla rivolta di alcuni detenuti - specialmente ebrei russi. Circa trecento di loro riuscirono a scappare - anche se solo 50 sopravvissero alla guerra - diventando testimoni dell’orrore a cui avevano assistito.
I nazisti quindi decisero di distruggere il campo, sotterrando le camere a gas e bruciando i corpi delle vittime. L’area venne addirittura coperta da una foresta di alberi e da una finta fattoria, nel tentativo di smentire eventuali testimonianze.
Leon Feldhendler (1910-1945). Nacque a Żółkiewka in Polonia nel 1910. Figlio di un rabbino, fu capo del consiglio ebraico della città di Żółkiewka. Venne deportato a Sobibór all'inizio del 1943. Lavorò nel magazzino e talvolta dovette dare una mano nel Bahnhof-kommando. Insieme al soldato ucraino Aleksandr Pečerskij pianificò la rivolta del 14 ottobre 1943, di cui fu anche il leader. Dopo la liberazione di Lublino condivise una casa in Kowalski Street 4 con due compagni sopravvissuti: Chaskiel Menche e Meier Ziss. Scrisse un rapporto dettagliato sulla sua esperienza al campo di Sobibor. Il 3 aprile 1945 fu gravemente ferito da un colpo di pistola, forse esploso da alcuni nazionalisti polacchi antisemiti, e morì in ospedale tre giorni dopo, il 6 aprile.
Aleksandr Aronovič Pečerskij (detto "Sasha", 1909-1990). Nacque a Kremenčuk in Ucraina il 22 febbraio 1909. Ufficiale dell'Armata Rossa, fu fatto prigioniero nell'ottobre del 1941. Essendo ebreo, fu deportato a Sobibór il 22 settembre 1943 assieme ad altri prigionieri di guerra sovietici e a duemila ebrei provenienti da Minsk. Fu uno dei leader della rivolta del 14 ottobre 1943, assieme a Leon Feldhendler. Dopo la rivolta si unì ad una unità di partigiani sovietici e continuò a combattere i tedeschi fino a quando non venne ferito gravemente ad una gamba. Morì a Rostov sul Don in Russia il 19 gennaio 1990.
Ritratto di sopravvissuti della rivolta di Sobibór con Leon Feldhendler in alto a destra e Aleksandr Aronovič Pečerskij (Sasha) terzo da sinistra.
Zamość fu fondata nel 1580 (il decreto di fondazione data 10 aprile) su iniziativa del magnate e comandante militare più alto in grado dell’esercito del Granducato di Lituania prima e del Regno di Polonia poi (inizio XVI sec.) Jan Zamoyski, come capitale dei propri vastissimi possedimenti all'interno della Confederazione polacco-lituana. Uomo di profonda cultura e vasti interessi, Zamoyski aveva studiato all'Università di Padova, dove si era anche convertito dal calvinismo al cattolicesimo ed era stato rettore dell'Università dei Legisti.
Zamość fu edificata sul percorso commerciale che collega l'Europa occidentale e settentrionale al Mar Nero, secondo un progetto di "città ideale" rinascimentale dell'architetto padovano Bernardo Morando. Concepita per svolgere allo stesso tempo funzioni di residenza principesca, centro commerciale e presidio militare, per certe caratteristiche ricorda la città natale dell'architetto e viene chiamata "la Padova del Nord", per le sue mura ricorda anche la città di Palmanova. E’ conosciuta anche come la “Perla del Rinascimento Polacco”.
Municipio nella Grande Piazza del Mercato – un simbolo della città, uno dei monumenti più preziosi, manierista – barocco, con scale a ventaglio e una torre di 52 metri, collegato a nord con una dependance inferiore annessa nel 19 ° secolo (inizialmente una prigione con un ingresso dalla Piazza del Mercato del Sale);
Un complesso di case borghesi erette nel XVII secolo sulla parte settentrionale della Piazza del Mercato “Rynek Wielk”, ospitano il Museo storico di Zamosc. I proprietari di questi edifici erano mercanti armeni, che si stabilirono a Zamość dal 1585, in virtù del privilegio concesso da Jan Zamoyski. La casa rossa è impreziosita da una figura scolpita del santo patrono degli Armeni, l’Arcangelo Gabriele che regge un giglio.
Le rievocazioni storiche sono ovunque, ma soprattutto sulle mura della città, dove si può perfino provare a sparare col cannone.
Zamość non solo è detta “Perla del Rinascimento” o “Padova del Nord”, ma anche “Città dei Portici” ed è sicuramente la più “italiana” delle città polacche, per lo meno nel suo aspetto architettonico. Il manierismo italiano di Morando assorbì elementi dell'Europa centrale, come evidente nei portici ad arco degli edifici che attorniano la grande piazza del mercato.
La casa blu, in via Ormiańska 24 (via armena) fu costruita nel secondo quarto del XVII secolo da un mercante armeno, Torosz. La facciata comprende un fregio geometrico e vegetale mentre il parapetto è decorato con figure grottesche di una coppia di sposi.
La casa gialla in via Ormiańska 22 (via armena) mostra la Madonna con Gesù bambino; la Madonna è in piedi su un drago. Costruita da un mercante di Leopoli, Sołtan Sachwelowicz, nel XVII secolo.. Attualmente la casa è sede del Liceo Statale Bernardo Morando di Belle Arti.
Case Kazimierz. Le case dai colori vivaci sono vitali per il carattere della piazza.
La Link House in 5 Rynek Wielki street fu eretta alla fine del XVII secolo con tutte le caratteristiche dello stile barocco. L'architetto polacco Jan Michał Link ha decorato la facciata della casa con colonne ioniche scanalate. Le cime delle finestre erano abbellite con i busti scolpiti di due guerrieri mitologici: Minerva con indosso un catino ed Ercole vestito di pelli di leone. Sotto le finestre c'è un fregio con rami di alloro e palma - simboli di gloria e vittoria. I pilastri includono trofei a muro: armi e armature.
Hotel Zamojski. Jan Zamojski (noto anche come Ioannes de Zamość ) fu un importante nobile e magnate della Confederazione Polacco –Lituana del XVI sec. Riconosciuto come uno dei politici, diplomatici e statisti più abili del suo tempo, fu una figura centrale nella Confederazione per tutto il corso della sua vita.
Il Rynek Wielk visto dalla via Ratuszowa, a fianco del municipio.
Il centro storico di Zamość è stato aggiunto alla Lista del Patrimonio Mondiale nel 1992, a seguito di una decisione della sedicesima sessione ordinaria del Comitato del Patrimonio Mondiale , tenutasi tra il 7 e il 14 dicembre 1992 a Santa Fe, New Mexico , Stati Uniti; è stato riconosciuto come "un esempio unico di città rinascimentale dell'Europa centrale".
La sinagoga Zamość è una delle sinagoghe più storiche e architettonicamente significative della Polonia. Nel Settecento fu modificata la facciata, aggiunto un secondo piano agli annessi femminili, rimosse le soffitte e rialzato un nuovo tetto. Durante la seconda guerra mondiale la sinagoga fu saccheggiata, uno degli annessi femminili smantellato e la parte settentrionale subì ingenti danni. I nazisti usavano la sinagoga come laboratorio di falegnameria.
La sinagoga prima del restauro. Dal 2005 l'edificio è di proprietà della Fondazione per la conservazione del patrimonio ebraico. Nel 2011, terminato il restauro, è stato aperto il museo “Centro Sinagoga " e un punto di informazioni turistiche e culturali. Zamość era un importante centro del giudaismo chasidico . Il Qahal, “comunità”, di Zamość fu fondato nel 1588 quando Jan Zamoyski acconsentì a un insediamento ebraico nella città. I primi coloni ebrei furono principalmente ebrei sefarditi provenienti da Italia, Spagna, Portogallo e Turchia. Nel 1939, su una popolazione di 28.873 abitanti, 12.531 erano ebrei. Solo pochi di loro sopravvissero agli eccidi e alle deportazioni dell'Olocausto. La maggior parte degli ebrei della città perirono nel campo di sterminio di Bełżec.
Ingresso alla sinagoga con le targhe che commemorano gli ebrei di Zamosc e dei villaggi vicini uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori durante la Shoà.
Costruita in un design quadrato di ispirazione rinascimentale italiana all'inizio del XVII secolo, la sinagoga ha mantenuto molte caratteristiche originali, tra cui la sua muratura incorporata e la cornice dell’Aron ha-qodesh.
Le volte della sinagoga, sia nella sala principale che nei portici, sono riccamente decorate con stucchi nel cosiddetto stile "Kalish-Lublin". Si trovano anche motivi floreali tra cui un albero della vita stilizzato, corone e rosette. Le pareti recavano dipinti ricchissimi e numerose iscrizioni ebraiche.
Particolare della volta.
Una delle uniche caratteristiche rimaste che indica il suo precedente utilizzo come casa di preghiera ebraica è l' Aron ha-qodesh sul muro orientale che risale alla prima metà del XVII secolo.
La cornice scolpita in pietra riccamente decorata raffigura motivi di vasi rituali usati nel Tempio di Gerusalemme e una corona della Torah.
Davanti all’Aron ha-qodesh è stato posto un candelabro a nove bracci chiamato Chanukkiyyah.
Particolare del braccio servitore della Chanukkiyyah.
La Sinagoga al tramonto.
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