“Comunicare incontrando le persone”
Come possiamo informare, comunicare, rendere partecipi, accogliere, creare spazi di riflessione e confronto sul senso della testimonianza e dello studio della parola di Dio? E’ questa l’interrogazione che il Centro d’Informazione Biblica si sta ponendo in questi “tempi incerti” come direbbe il teologo Brunetto Salvarani, o ancora, come possiamo “non essere fotocopie?”, direbbe Carlo Acutis, riconosciuto beato dalla Chiesa in questi giorni ad Assisi, che vedeva nel Web uno spazio di evangelizzazione. Inevitabilmente la testimonianza, il chi siamo, la nostra appartenenza, ci riporta al cercare, all’incontro, all’altro. Forse grazie a questi mesi di difficoltà e di pandemia siamo stati costretti a ricercare una nuova creatività soprattutto nelle relazioni e nelle comunicazioni, che come stiamo osservando ci stanno portando verso processi ormai irreversibili. Si pensi solo alle dirette streaming della santa messa del Papa da Casa Santa Marta durante il lockdown, seguite a ruota da tante parrocchie. Agli incontri virtuali tra associazioni, alle molteplici iniziative di catechesi (a tal proposito vogliamo segnalare quella del Vicariato Porta San Frediano), dobbiamo però aver molto chiaro la differenza tra informare e vendere una notizia. Il nostro obbiettivo deve essere chiaro e non deve mai portarci fuori strada, dobbiamo aiutare a capire. Il Centro d’Informazione Biblica sente forte infatti, la necessità di costruire un cammino condiviso di spazi, da qui partono infatti anche diverse collaborazioni, come la rivista Qol che ebraico significa voce il quale vuole essere uno spazio di dialogo interreligioso ebraico-cristiano-musulmano dove tutte le voci possano esprimersi in totale libertà, o come il Corso di Ebraico Bibblico tenuto da Gianpaolo Anderlini, il quale si occupa da oltre trent’anni di studi sull’ebraismo (Bibbia, lingua ebraica, Midrash, Talmud) e di poesia. Questo ci riporta inevitabilmente all’ultima enciclica di PapaFrancesco “Fratelli tutti” ricordandoci però e mettendoci in guardia da una comunicazione illusoria che invece di avvicinare ignora e tiene a distanza. E’ l’uomo, nella sua libertà al centro di ogni scelta, capace di distinguere tra il bene e il male, di educarsi e di educare, è questa la nostra sfida e il nostro impegno per riuscire ad essere considerati come autentici e veri. Il Papa infine quando ci dice “che siamo tutti sulla stessa barca” vuole invitarci a “utilizzare tutti i media, in tutte le loro forme, per raggiungere le persone come sono e là dove vivono”. E allora con il contributo di pratica e pensiero di tutte le persone che lo desiderano il web si trasformerà in una scuola di dialogo.