Con amicizia
Viviamo un piccolo arco di storia che scorre veloce e, a volte, non ricordiamo quanto abbiamo ricevuto con la riconoscenza dovuta al Signore e ai collaboratori. Mi pare bello e doveroso allora unirmi agli amici del Centro d’Informazione Biblica di Carpi, in particolare a don Alberto Bigarelli, a Giuliano Raimondi e a Massimo Melegari, animatori costanti del cammino di crescita di 25 anni, sempre alla ricerca di un serio e valido approfondimento, di una vera miniera di valori contenuti nel testo sacro, spesso da noi non conosciuti o disattesi. Era da poco nato il Centro quando sono stato nominato alla guida pastorale della Diocesi di Carpi e ho potuto ammirare il lavoro intenso e non poco gravoso di un gruppo di laici e di un prete impegnati in una ricerca approfondita dei testi sacri con l’intervento periodico di studiosi preparati e con la volontà di chiamare altri alla conoscenza della Parola di Dio. Certo non mancavano alcuni “critici”, sempre pronti a trovare motivi di dissenso. Il Vescovo, anche se non poteva disattenderli, ha sempre creduto oggettivamente positivo
il lavoro svolto e quanto potesse aiutare tutta la comunità cristiana a nutrirsi con più competenza alla “mensa della Parola”. Così per dieci anni ho potuto rendermi conto come il loro studio diffuso a tanti amici fosse un elemento di crescita per tutti i fedeli più impegnati e anche per me. In questa pubblicazione-memoria sono raccolti certamente i sentimenti di riconoscenza per il cammino compiuto, ma anche testi che possono essere di aiuto a tutti per crescere sempre di più nella conoscenza, nell’amore di un libro per i credenti sacro, ma anche per i non credenti di grande aiuto ed approfondimento di valori sempre capaci di far crescere le singole persone e la comunità. Ho nella mia libreria alcuni ricordi di Carpi e fra questi mi è particolarmente cara un’edizione del Nuovo Testamento Interlineare, curata da Piergiorgio Beretta, ma che riporta la traduzione dal greco di d. Alberto Bigarelli, penso motivata dall’amore al Vangelo e anche dalla presenza del CIB.
Mentre ringrazio per l’amicizia fraterna quanti hanno lavorato in questi 25 anni e prego il Signore per ciascuno di loro, esprimo la mia riconoscenza a tutti gli amici di Carpi che mi hanno aiutato a conoscere sempre meglio la Parola del Signore e sono convinto, ormai anziano, che su questa Parola che si è incarnata in Gesù, dobbiamo spendere il tempo che la bontà del Padre ci vorrà lasciare. Grazie ancora al CIB e a quanti lo animano.
† Bassano Staffieri, Vescovo
Diocesi La Spezia-Sarzana Bugnato, Agosto 2011 – il Vescovo emerito
Nel 25° anniversario della nascita del CIB, Centro d’Informazione Biblica, ringrazio vivamente il Signore per questi anni di attività e di iniziativa a favore della sua Parola. E ringrazio particolarmente tutti coloro che in questi venticinque anni hanno collaborato a mantenere viva l’esigenza della Parola del Signore nella esigenza dei battezzati e ora raccontano, in questa pubblicazione, il loro impegno pluriennale dentro la nostra realtà diocesana. Come Vescovo ho sempre sostenuto e incoraggiato il CIB perché sono convinto delle parole dell’apostolo Paolo: “Tenete sempre in mano lo scudo della fede e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio” (Ef 6,16.17) e di san Girolamo: “L’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza di Cristo”. Prego il Signore che benedica il lavoro svolto finora e doni sempre il suo Spirito che ispiri le iniziative migliori
perché ogni persona conosca, accolga e ami la Parola di Dio. Mi auguro che questa pubblicazione sia occasione
di ulteriori fervore e collaborazione per l’incremento del CIB.
† Elio Tinti Vescovo
Vescovo di Carpi
Carpi, 15 agosto 2011
Ho conosciuto la realtà del Centro d’Informazione Biblica quando da Mirandola fui chiamato a Carpi per assumere qualche incarico diocesano. Ho soprattutto lavorato in stretta collaborazione con il CIB da quando, essendo Vicario episcopale per la pastorale, avevo frequenti incontri con le diverse Associazioni, e quindi anche con il CIB, per meglio coordinare l’attività diocesana. Ho sempre apprezzato la collaborazione dei Responsabili del Centro e la disponibilità ad inserire nel quadro delle iniziative diocesane quanto il Centro proponeva. La ‘missio’ del CIB si regge sulla consapevolezza di quanto il papa Benedetto XVI ha espresso nella Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, dopo il Sinodo dei Vescovi tenutosi a Roma dal 5 al 26 ottobre
2008 sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”: la Parola di Dio sta al cuore della vita della Chiesa e chiede di essere approfondita «sia come verifica dell’attuazione delle indicazioni conciliari, sia per affrontare le nuove sfide che il tempo presente pone ai credenti in Cristo» (n. 3). In occasione del 25° di fondazione auguro al CIB di continuare a porsi come piccolo ma valido strumento diocesano per raggiungere questi due obiettivi indicati dalla Verbum Domini e a svolgere con passione la missione di diffondere e far innamorare le persone alla Parola di Dio.
† Douglas Regattieri
Vescovo di Cesena-Sarsina
Cesena, 8 agosto 2011
«Noi leggiamo le sante Scritture. Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo; io penso che le sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando egli dice: Chi non mangerà la mia carne e berrà il mio sangue (Gv 6,53), benché queste parole si possano intendere anche del Mistero [eucaristico], tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue sono veramente la parola della Scrittura, è l’insegnamento di Dio. Quando ci rechiamo al Mistero [eucaristico], se ne cade una briciola ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando la Parola di Dio, e ci viene versata nelle orecchie la Parola di Dio e la carne di Cristo e il suo sangue, e noi pensiamo ad altro, in quale grande pericolo non incappiamo?»
San Girolamo, In Psalmum 147, citato in Verbum Domini 56
Ricordo bene la sera in cui , dopo la lezione diTeologia alla Scuola Diocesana di Formazione Teologica «San Bernardino Realino», Giuliano Raimondi – citando anche la disponibilità di don Alberto Bigarelli, come garanzia di realismo della proposta – mi chiese un parere sull’opportunità di creare, in Diocesi di Carpi, un centro che fornisse strumenti utili per lo studio della Bibbia e dalla teologia. Mi parve un progetto eccellente, che sottolineava il crescere di un gusto e prometteva un crescendo di impegno e di realizzazioni concrete. Credo che dopo un quarto di secolo – oltre a complimentarci con gli operatori che hanno mostrato una sì tenace fedeltà, crescendo di numero e in competenza – possiamo rallegrarci dei frutti ottenuti. Non solo sono stati creati una biblioteca e un luogo di lettura di varie riviste teologiche, ma gli «Incontri del C.I.B.» hanno approfondito interessanti temi di conoscenza della Bibbia, portando ripetutamente a Carpi molti studiosi di primissimo piano. L’interesse e il gusto sono andati crescendo, anche in un felice irrobustimento dell’attenzione a problematiche teologiche di attualità. Non pochi di questi percorsi sono stati capitalizzati e condivisi con le pubblicazioni ben curate che le “Edizioni San Lorenzo” di Reggio
Emilia hanno diffuso in varie parti d’Italia. È inoltre ben visibile, in particolare per il nostro territorio, la dilatazione dell’interesse biblico provocata dalle iniziative del C.I.B., estésasi anche a persone interessate soprattutto al risvolto culturale del Cristianesimo e al suo impatto nelle ideologie delle nostra cultura. Per il futuro, sarebbe probabilmente di non poco aiuto – in ordine alla traccia di qualche nuovo importante passo avanti – un riferimento intelligente alla recente Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini che, con il contributo dell’Episcopato mondiale e per la sintesi autentica e autorevole del Vescovo di Roma, ha approfondito la dottrina della Chiesa sulla Parola di Dio come si trova espressa dal Concilio nella Costituzione Dei Verbum.
Come auspicio ci si può orientare alle proposte di due testi. Parlando del dialogo tra Pastori, esegeti e teologi, la Verbum Domini dice: «Come ha affermato la Costituzione dogmatica Dei Verbum si raccomanda che “gli esegeti cattolici poi, e gli altri cultori di Sacra Teologia, collaborando insieme con zelo, si adoperino affinché, sotto la vigilanza del Sacro Magistero, studino e spieghino con gli opportuni sussidi le divine Lettere, in modo che il più gran numero possibile di ministri della divina parola siano in grado di offrire con frutto al popolo di Dio l’alimento delle Scritture, che illumina la mente, corrobora le volontà e accende i cuori degli uomini all’amore di Dio” (cfr. DV 23)». Al § 75 Verbum Domini dichiara poi: «Per raggiungere lo scopo auspicato dal Sinodo di un maggiore carattere biblico di tutta la pastorale della Chiesa è necessario che vi sia un’adeguata formazione dei cristiani e, in particolare, dei catechisti. Al riguardo, occorre riservare attenzione all’apostolato biblico, metodo assai valido per raggiungere tale finalità, come dimostra l’esperienza ecclesiale. I Padri sinodali, inoltre, hanno raccomandato che, possibilmente attraverso la valorizzazione di strutture accademiche già esistenti, si stabiliscano centri di formazione per laici e per missionari, in cui si impari a comprendere, vivere ed annunciare la Parola di Dio». A tutti i membri e gli amici del C.I.B. un vivo ringraziamento e un cordiale augurio di buon cammino.
Ermenegildo Manicardi
Un quarto di secolo con il CIB… Scontato il rischio di farsi prendere dalla retorica e dall’amicizia, oltre che dal piccolo (ma autentico) miracolo rappresentato da un gruppetto di cristiani – per lo più laici, particolare non trascurabile – che da tanto si adoperano per far circolare la Bibbia nella diocesi di Carpi, la prima cosa che vorrei fare è dir loro grazie. Grazie semplicemente perché esistono, perché al di là del successo di pubblico, che pure non è mancato, in tutti questi anni hanno scelto di custodire questa loro esperienza davvero glocale (vale a dire, radicatissima in terra carpigiana eppure aperta a contributi nazionali e non solo). Piccola esperienza, certo, tuttavia preziosa e mi piace pensare indispensabile: perché la Bibbia non è soltanto il libro chiave dell’essere comunità ebraica e cristiana, come abbiamo appreso con la conciliare Dei Verbum, ma anche il grande codice delle culture occidentali (N. Frye). Per oltre un millennio, infatti, dal IV ad almeno il XVII secolo, essa è stata il testo matrice della cultura sia religiosa sia secolare, dal quale si attingevano le verità da credere e le norme da seguire e che, con la sua presenza nelle cattedrali, nei monasteri, nelle scuole e nella letteratura popolare, ispirava intellettuali, scrittori e artisti, influenzava la mentalità dei popoli europei e ne plasmava il linguaggio. La modernità ha complicato questa situazione, pur senza cancellare il rapporto fondamentale delle Scritture con ciò che chiamiamo occidente. A fronte di questo dato inoppugnabile, sta il dramma, squisitamente italiano, dell’ignoranza diffusa della Bibbia in un Paese che ne è pieno. Un Paese del quale – infatti – una gran porzione di storia, di arte, di musica, di letteratura è profondamente intrisa di pagine sacre (“Non c’è un aspetto della nostra cultura, compreso il marxismo, che non sia stato influenzato dalla cultura espressa dalla Bibbia”, ha scritto Umberto Eco). Perciò essa, più che il grande codice, rischia di essere un vero e proprio libro assente. Contro tale deriva, microstorie quali quella del CIB rappresentano una risposta caparbia quanto intelligente. È sensato considerarla fra gli iniziali segni dei tempi, in vista di una nuova consapevolezza del fatto che l’ignoranza della Scrittura è e sarà il caso serio delle chiese cristiane e della società italiana tutta? Ovviamente, non posso che augurarmelo! Ciò che è più preoccupante, nel successo travolgente di un best-seller come Il Codice da Vinci, infatti, non è tanto che alcuni milioni di nostri connazionali si siano sorbiti le inverosimili storie di Dan Brown sulla Maddalena e su Gesù, ma che la maggior parte di loro ignorasse la vicenda evangelica della Maddalena e dello stesso Gesù, offrendo la propria tabula rasa sulla Bibbia al primo venuto, dotato di notevole fantasia e di ruvida spregiudicatezza.
Brunetto Salvarani